FOGLI DI UN DIARIO

Nei suoi lavori non vi è desiderio del mondo, come non vi è progetto, nè imitazione della realtà, forse solo la tentazione illustrativa, trascrizione di un codice in un altro, da parola a figura.
E' una tentazione che affiora più in certi lavori e scompare in altri.
Il tema nascosto, il motivo dell'avventura, non è la trascrizione, è proprio l'apparizione, l'analisi del processo d'apparizione.
La sinuosità ripartisce territori che non debbono entrare in conflitto, ma simbolo di figurazione, suggerimento d'immagine, che rifluisce addensato in un accordo armonico fino al suo opposto.
Ma proprio perchè ognuno di questi lavori si isola nel contesto, o si spezza, o quasi stenta a realizzarsi, o si orienta verso l'esterno del quadro, come a rifiutare di esservi accolto, in una fuga da ogni possibile composizione, proprio per questo ne emerge una appassionata volontà di dialogo.
La solitudine, di cui questi volti sono il chiaro emblema, svela i suoi rovelli là dove la Carlone porta il suo raffinato grafismo alle più libere prove.
Che sono, in definitiva, quelle che danno la misura della sua adulta padronanza di un mezzo espressivo, che rifiutando ogni indulgenza al gradevole, ha facile rapporto con il lettore, segue una sua personalissima visione, una sua non negabile necessità.

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